Sì, lo visto. Tutto di un fiato.
Per carità, non perchè avesse un ritmo incalzante da voler subito sapere cosa stesse per accadere, ben altre motivazioni mi hanno spinto.
Ho letto qualche recensione prima di vederlo, com’è mio solito fare. Ne ho scoperto l’esistenza grazie a un’amica che ne era (ed è) entusiasta. Non potevo certo esimermi!
Parla di temi da era Snowden, molto complottistici, ma lo fa in una chiave nuova, in qualche modo diversa. Non ci sono agenti segreti e uomini in nero (quest’ultimi forse sì, ma in certi casi non si capisce se è solo il protagonista a vederli).
C’è un hacker, dotato e disadattato, molto bravo a capire il prossimo, a indagargli dentro, che si erge a paladino. E per farlo, fa quello che deve fare, ignaro delle conseguenze.
La nota positiva (per carità, ben girato, molto realistico, interpretazioni e recitazioni veramente belle) sta nell’utilizzo delle terminologie adatte e di tecniche che esistono veramente, non come in Matrix in cui un ssh diventava quello che voleva, dipendentemente dalle scene.
Insomma, secondo me, “Anonymous Content” sta per il forte contributo che avran dato a rendere verosimile l’intera storia a chi sa di cosa si stia parlando.
Hacker, taglialegna, termine spesso usato in modo non corretto. Ma la correttezza non fa certo parte dell’animo umano.